BrainGate2 restituisce la voce ai pazienti SLA. Recentemente è arrivata una svolta straordinaria nel campo delle tecnologie assistive per le persone affette da sclerosi laterale amiotrofica. Si tratta di un sistema di interfaccia cervello-computer (BCI) di nuova generazione che ha permesso di comunicare ad un paziente completamente paralizzato. Sappiamo, infatti, che nelle fasi avanzate della malattia, la capacità di esprimersi diventa deficitaria. Per questa ragione, tecnologie e innovazioni possono fare la differenza per i pazienti SLA, rappresentando una frontiera promettente delle neuroscienze e della medicina del futuro.
Cosa è il BrainGate2?
Rispetto alle tradizionali tecnologie per la comunicazione aumentativa alternativa, clicca qui, BrainGate2 rappresenta un grande cambiamento, grazie ad anni di continue ricerche multidisciplinari tra informatica, neuroscienze e ingegneria biomedica. Questo sistema è stato sviluppato dal gruppo di ricerca dell’Università della California a Davis, sotto il coordinamento del neuroscienziato Sergey Stavisky. I risultati di questo studio rivoluzionario sono stati pubblicati a giugno 2025 sulla rivista Nature, clicca qui.
La principale novità di questo sistema risiede nell’utilizzo di avanzate reti neurali basate su microelettrodi. Nello specifico, vengono impiantati quattro microelettrodi direttamente nella corteccia cerebrale, proprio nell’area responsabile della generazione del linguaggio e della pianificazione motoria della parola. Questi microelettrodi catturano in tempo reale i segnali neurali corrispondenti al pensiero o alla simulazione mentale della parola, inviandoli poi ad un processore esterno. Qui, sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale (IA) interpretano i segnali, traducendoli in parole o persino frasi complesse.
Inoltre, gli sviluppatori sottolineano che il sistema può adattarsi alle caratteristiche specifiche neurali di ogni paziente, grazie ad un allenamento personalizzato basato su apprendimento automatico e reti neurali. Una tecnologia avanzata che riesce a decodificare anche sottili variazioni di attività neurale dei suoni desiderati dal paziente, considerando il significato e le intenzioni comunicative. Sostanzialmente, si cerca di ridare una voce personale e autentica, eliminando in questo modo il suono artificiale prodotto dai classici comunicatori.
Risultati significativi da un caso clinico
Durante il test clinico su un paziente paralizzato di 45 anni, il sistema di BrainGate 2 ha mostrato risultati importanti. La comprensione del messaggio da parte dell’interlocutore è cresciuta in maniera esponenziale. Infatti la comprensione delle frasi è salita dal 4% al 60% grazie all’attivazione del sistema di IA.
Nel corso della prova, il paziente ha partecipato in maniera attiva all’addestramento del sistema, pensando parole modello, che il software ha progressivamente riconosciuto migliorandone la precisione.
Di conseguenza il paziente è riuscito a esprimere pensieri e bisogni. Un vero e proprio salto di qualità non solo dal punto di vista funzionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista emotivo. Infatti i familiari e gli operatori sanitari hanno dichiarato di aver percepito un miglioramento nella comunicazione con il paziente, e di conseguenza anche un cambiamento della qualità di vita.
BrainGate2 tra prospettive future e questioni etiche
L’impatto di una tecnologia come il BrainGate2 apre nuove possibilità non solo in una malattia come la SLA, ma anche nei casi interessati da lesioni cerebrali, paralisi o ictus.
In particolare, gli esperti sottolineano l’importanza di ulteriori miglioramenti nelle tecniche di addestramento dell’IA e nella riduzione dei componenti hardware, tanto da rendere queste tecnologie sempre più precise.
Inoltre, grazie al lavoro sinergico tra neuroscienze e IA, le tecnologie di supporto per la SLA porteranno dei potenziali benefici, tra cui:
- il recupero di un autonomia comunicativa;
- la partecipazione attiva alla vita familiare e sociale;
- una gestione quasi indipendente dell’ambiente grazie all’integrazione con la domotica.
Tuttavia, l’introduzione di tecnologie così avanzate pone anche molti interrogativi etici, riguardanti soprattutto la protezione dei dati neurali, la tutela del consenso informato e la responsabilità in caso di errori.
Tutti aspetti fondamentali che richiedono un confronto costante tra ricercatori, esperti di bioetica, giuristi, caregiver e associazioni di pazienti. L’obiettivo è assicurare che l’innovazione rispetti sempre la dignità, il diritto e la sicurezza delle persone coinvolte.