Le fasi di studio clinico sui farmaci

La sperimentazione sui farmaci è suddivisa in diverse fasi di studio clinico. La ricerca viene condotta prima in laboratorio e su modelli animali (sperimentazione pre-clinica) e poi sugli esseri umani (sperimentazione clinica vera e propria).

Non avendo ancora una cura, la SLA è una di quelle malattie per cui le sperimentazioni e la ricerca sono fondamentali. Clicca qui per scoprire il perché. Infatti, per sperimentazione clinica si intende qualsiasi studio volto a rilevare, verificare o testare gli effetti di un medicinale nuovo o esistente al fine di stabilirne la sicurezza o l’efficacia, o un nuovo uso terapeutico.

La ricerca clinica in Italia coinvolge molti attori. Primo fra tutti AIFA, che si occupa dell’autorizzazione degli studi e le modifiche di ciascuna fase di sperimentazione. L’AIFA coordina e indirizza tutti gli aspetti riguardanti i medicinali sperimentali. È molto importante conoscere tutte le fasi di studio che un farmaco deve superare per poter essere messo in commercio. 

La fase di studio pre-clinico”in vitro” e “in vivo”

Questa fase permette di osservare il comportamento e il livello di tossicità della molecola su un organismo vivente complesso. Si investiga quale sia la sua via di somministrazione, come sia assorbita e successivamente eliminata.

All’inizio, vengono effettuati studi “in vitro”, cioè in provetta. La sostanza insieme a colture cellulari, tessuti o microrganismi (animali o umani) viene testata in laboratori altamente specializzati. Questo ha lo scopo di comprendere le caratteristiche della sostanza da cui è probabile che si ottenga un medicinale. Solo una volta che i test di laboratorio hanno stabilito che la molecola ha potenziali effetti terapeutici, si può avviare la sperimentazione “in vivo”, cioè sugli animali.

Lo scopo di questo secondo step è verificare se l’efficacia del principio attivo dimostrata “in vitro” sia confermata in specifici modelli animali di malattie umane. Questi studi mirano anche a fornire dati preliminari sul comportamento della molecola sperimentale, una volta introdotta nell’organismo. Sono valutati termini di assorbimento, distribuzione intra-tissutale, metabolismo ed escrezione (farmacocinetica), e si cerca di dimostrare la sua effettiva sicurezza prima che sia avviata la sperimentazione sull’uomo (tossicologia).

Le 4 fasi di studio della sperimentazione clinica sui farmaci: Fase 1 

Negli studi di Fase 1, il principio attivo è testato sugli esseri umani. Questi studi sono condotti in pochi centri selezionati. Le Direzioni Generali delle strutture sanitarie definiscono i contratti degli studi clinici. I Comitati Etici gestiscono la valutazione dei pareri all’interno delle strutture sanitarie in cui sono condotti tali studi. Mentre l’Istituto Superiore di Sanità si occupa di valutare i pareri consultivi sugli studi e le modifiche di Fase 1. 

I soggetti testati sono un numero limitato di volontari sani, che hanno dimostrato di non avere predisposizione alla malattia. Se, invece, la sperimentazione si concentra su malattie gravi, gli studi possono essere condotti direttamente su pazienti affetti da tali malattie e per i quali il medicinale è in fase di sviluppo. Dunque si passa direttamente alla fase 2, di cui parleremo a breve.

In Fase di studio 1, i volontari sono divisi in diversi gruppi. Ogni gruppo riceve una dose diversa del medicinale, per stabilire eventuali effetti indesiderati in relazione al dosaggio somministrato.  L’obiettivo è fornire una valutazione iniziale della sicurezza e della tollerabilità del medicinale. Inoltre si valutano i potenziali effetti collaterali attesi, sulla base dei risultati di studi precedenti sugli animali, e si stabilisce come funziona il medicinale e come viene distribuito nell’organismo. 

Se il medicinale dimostra di avere un livello di tossicità accettabile in relazione al beneficio atteso (profilo beneficio/rischio), si possono avviare le fasi di studio successive della sperimentazione.

Gli studi di Fase 2: lo studio in singolo cieco o doppio cieco

Nella fase di studio 2, è indagata l’attività terapeutica del potenziale medicinale, ovvero la sua capacità di produrre gli effetti curativi desiderati sul corpo umano. Questa fase consente anche di comprendere il dosaggio migliore da testare nelle fasi successive e di determinare l’effetto del medicinale in relazione a determinati parametri, che sono considerati indicativi della salute del paziente.

Negli studi di fase 2 la sostanza è somministrata a volontari affetti dalla malattia per la quale il medicinale è in fase di sviluppo. I soggetti arruolati nello studio sono generalmente divisi in diversi gruppi. Ogni gruppo riceve una dose diversa del medicinale e, quando eticamente possibile, un placebo. Per evitare che il placebo influenzi le aspettative dei partecipanti, sono valutati i parametri di attività e sicurezza e il paziente (studio in singolo cieco), o il medico e il paziente (studio in doppio cieco) sono tenuti all’oscuro del tipo di trattamento ricevuto o somministrato.

Questa fase dura circa due anni e contribuisce a dimostrare la non tossicità e l’attività del nuovo principio attivo sperimentale.

Le Fasi di studio 3 e 4: studio randomizzato controllato e sorveglianza post-marketing

La Fase 3 consente di determinare quanto sia efficace il medicinale, se abbia qualche beneficio aggiuntivo rispetto al placebo, a medicinali simili già in commercio, o rispetto a nessun trattamento. Si valuta, dunque, il rapporto tra rischio e beneficio. 

Il tipo di studio utilizzato in questa fase è lo studio randomizzato controllato. Si tratta di un tipo di studio in cui ai pazienti (centinaia o migliaia) è assegnato in modo casuale il nuovo principio attivo o il medicinale di controllo. L’assegnazione casuale del nuovo medicinale o del medicinale di controllo garantisce che i due gruppi abbiano le stesse caratteristiche, fatta eccezione per il medicinale assunto. Pertanto, al termine della sperimentazione, eventuali differenze nella salute dei partecipanti possono essere attribuite esclusivamente al trattamento e non a errori o al caso. Per tali motivi questo tipo di studio è molto affidabile nel definire l’efficacia di un medicinale sui sintomi, sulla qualità della vita o sulla sopravvivenza.

Durante questa fase di studio, l’insorgenza, la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati sono attentamente monitorati. La durata della somministrazione varia in base agli obiettivi della sperimentazione, ma di solito dura mesi. Il periodo di monitoraggio degli effetti del medicinale è spesso più lungo, raggiungendo talvolta i 3-5 anni.

La fase 4 è quella conclusiva, è chiamata anche “sorveglianza post-marketing” perché è implementata dopo che il prodotto è entrato nel mercato. Durante questa fase, che può durare alcuni anni, vengono acquisite informazioni aggiuntive e nuove. La rete Eudravigilance gestisce la segnalazione delle reazioni avverse gravi e inattese per tutto il corso delle sperimentazioni. Sono valutate soprattutto le reazioni più rare che potrebbero non emergere durante gli studi clinici, ma che possono essere rilevate con l’uso di massa del nuovo medicinale. 

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