La logopedia è la disciplina che si occupa dello studio, della prevenzione, della valutazione e della cura delle patologie e dei disturbi della voce, del linguaggio, della comunicazione, della deglutizione e dei disturbi cognitivi connessi.

Il paziente affetto da SLA è soggetto ad un progressivo peggioramento delle capacità di articolare le parole in modo corretto. La parola male articolata è sintomo di disartria, un disordine neurologico determinato da debolezza o spasticità delle strutture che intervengono nella produzione di suoni e parole. Gli organi articolatori diventano troppo deboli per produrre suoni correntemente. 

Altro problema dovuto all’indebolimento dell’apparato articolatorio è la difficoltà a deglutire. Questo causa una difficoltà a liberare le vie aeree. La saliva e le secrezioni delle alte vie aeree possono accumularsi attorno alle corde, rendendo il suono “gorgogliante”.

Per questo è fondamentale che il paziente faccia degli esercizi di logopedia, che servono a conservare le funzioni di questo apparato.

L’articolazione delle parole

Il termine articolazione si riferisce ai movimenti di palato molle, lingua, labbra e mandibola, utili a dare forma ai suoni. Il suono è prodotto dalla vibrazione delle corde vocali ad opera del flusso d’aria proveniente dai polmoni. In situazioni normali, queste strutture lavorano tra loro e in stretta relazione per produrre rapide combinazioni di suoni richiesti nell’eloquio normale.

Il suono della voce varia in qualità, tono e sonorità e tale variazioni dipendono dalla differente velocità del flusso d’aria e dalla diversa posizione delle corde vocali durante il passaggio dell’aria. Se la respirazione è normale, molte parole possono essere pronunciate in un unico respiro, così che l’eloquio risulta fluido e rapido. Quando le corde vocali sono compromesse e in presenza di problemi di respirazione, in un respiro possono essere prodotte poche parole e il parlare risulta inceppato e lento. Le variazioni in sonorità e tono sono limitati, e il suono della voce diviene monotono e debole.

Quando labbra e lingua diventano deboli, il parlare diventa lento, laborioso e impreciso. Le parole più lunghe risultano distorte e i suoni più difficili da articolare vengono sostituiti da suoni più facili da pronunciarsi. Nelle fasi più avanzate, specifiche combinazioni di suoni vengono omessi e la parola diventa incomprensibile.

In tal senso è fondamentale la figura del logopedista. Questo professionista può fornire strategie per mantenere una comunicazione efficace e monitorare costantemente le abilità di deglutizione per evitare complicanze cliniche, permettendo al paziente di alimentarsi e bere in sicurezza per saperne di più clicca qui.  

Gli esercizi di logopedia nel trattamento della SLA

Nella logopedia per la SLA, il professionista, indica al paziente esercizi per la bocca, la lingua, le labbra e la gola al fine di conservare il più a lungo possibile i movimenti e la forza di queste strutture che servono per l’articolazione della parola e per la deglutizione. Può, inoltre, insegnare al paziente tecniche e strategie per rendere le parole più comprensibili.

Va ricordato che la comunicazione nel paziente SLA è fondamentale per la prevenzione dell’isolamento sociale e, quindi, il mantenimento di un buon equilibrio psicologico. Lo stato emozionale del paziente dipende molto da quanto bene può comunicare con gli altri.  Purtroppo la comunicazione, sebbene indispensabile al benessere del paziente, spesso finisce messa da parte tra i pressanti problemi più prettamente medici. Talora medici e gli altri operatori sanitari tralasciano di mandare il paziente da un logopedista, per i necessari interventi, perché sono concentrati sui molti altri aspetti della malattia.

Le sedute di logopedia vengono sempre programmate sulla base delle specifiche problematiche ed esigenze del paziente. Per questo motivo che la durata del trattamento viene stabilita in base ai risultati ottenuti durante il percorso riabilitativo. Di norma una seduta di logopedia ha una durata di circa 45 minuti e inizia con un colloquio con il paziente e con i suoi cari. Il logopedista fornisce informazioni e consigli circa i comportamenti corretti da adottare per risolvere la problematica insorta. Cerca di adattare le strategie di comunicazione in base alle esigenze individuali e per favorire una comunicazione efficace e soddisfacente.

Il logopedista si occupa di terapia del linguaggio e dell’articolazione. Queste consistono nel mantenere e migliorare le abilità linguistiche e muscolari del paziente. Si mettono in atto esercizi di logopedia come rafforzamento muscolare, respirazione e strategie specifiche per mantenere l’intonazione e il ritmo della voce. Il logopedista lavora sull’articolazione dei suoni e sulla deglutizione e fornisce informazioni al paziente su quali sono le consistenze dei cibi più adatte al caso specifico (solido, semi-solido, semi-liquido, liquido). Può indicare al paziente movimenti o posizioni della testa per facilitare la deglutizione e renderla sicura e corretta.

Il logopedista, inoltre, insieme ad altri professionisti, informa il paziente sui dispositivi di comunicazione alternativi, come i sintetizzatori vocali e insieme valutano anche la scelta anticipata di una modalità alternativa al parlare. Come ad esempio chiedere la prescrizione di un comunicatore oculare (clicca qui).

Alcuni consigli per il paziente e per i suoi interlocutori

In generale, è preferibile parlare in un ambiente quieto e luminoso: ciò consente all’ascoltatore di udire più chiaramente, vedendo i movimenti delle labbra e l’espressione del viso di chi parla. Per adattarsi progressivamente alle limitazioni di eloquio che la malattia comporta, per essere capiti dai propri interlocutori e per capire il paziente bisogna adottare accorgimenti.

Innanzitutto è bene richiamare l’attenzione dei propri uditori prima di iniziare a parlare. Si può stabilire prima l’argomento di discussione al fine di aiutare gli ascoltatori a comprendere il significato di quanto si sta dicendo, anche se non colgono tutte le parole. Il paziente può informare il suo interlocutore se l’argomento di conversazione cambia, così che si possa sempre conoscere il contesto. 

È importante che gli interlocutori prestino tutta la propria attenzione al paziente che parla, concentrandosi su di lui, sul viso, sui gesti e dando il tempo necessario all’elaborazione dei suoni. Se non si capisce qualcosa è bene chiedere di ripetere più lentamente e ad alta voce, oppure chiedere di fare lo spelling delle parole che non sono chiare. 

In aggiunta i familiari e amici, possono aiutare il paziente a compensare le difficoltà di parola. Possono spiegare agli altri interlocutori che il paziente potrebbe aver bisogno di più tempo per rispondere, pur capendo perfettamente ogni cosa. Inoltre potrebbero tradurre agli altri interlocutori ciò che lui sta dicendo, essendo più avvezzi al suo modo di parlare. 

Si consiglia al paziente di parlare lentamente e usare poche parole durante ogni respiro. Più il messaggio è breve e più facile sarà esprimere un concetto. È buon uso ripetere parole e scandire bene le sillabe. I logopedisti consigliano l’utilizzo di parole differenti o cambiare frase se le parole usate prima non sono state comprese. Durante l’eloquio sarebbe preferibile evitare la contrattura dei muscoli del collo. A tal fine è possibile eseguire perciò esercizi di rilassamento. 

Dopo aver sperimentato questi consigli, si potrebbe voler usare la scrittura e lo spelling per facilitare la comunicazione. È possibile scrivere le parole-chiave su un foglio di carta per focalizzare l’argomento. In altre occasioni sono suggeriti amplificatori vocali, che aumentano il tono della voce. Si suggerisce l’utilizzo di una tavola alfabetica o di scrivere le lettere dell’alfabeto su un cartoncino e sottolineare con un dito la prima lettera di ogni parola.

 

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