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Tossina botulinica per il trattamento dell’effetto scialorrea

La tossina botulinica è una proteina prodotta da un batterio. Dopo esser stata utilizzata negli anni ’70 per curare lo strabismo, a fine anni ’90 venne proposta per il trattamento della scialorrea in pazienti affetti da Sla. Con scialorrea indichiamo l’eccessiva produzione di saliva. Normalmente gli esseri umani producono circa 1 litro e mezzo di saliva, nei pazienti Sla, le difficoltà legate alla paralisi dei muscoli mandibolari rendono impossibile la deglutizione volontaria e la saliva tende a rimanere in bocca e a colare dalle labbra. Il trattamento con la tossina botulinica prevede che questa venga iniettata in un muscolo o a livello sottocutaneo; in entrambi in casi si va ad agire sulla zona desiderata con l’obiettivo di ridurre la salivazione del paziente. Tuttavia gli effetti benefici di questo trattamento tendono a diminuire dopo 3 o 4 mesi, per questo è consigliabile ripetere il trattamento.

La tossina botulinica è pericolosa? 

Anche se la tossina botulinica è un veleno, utilizzata da medici esperti ed impiegata con dosaggi adeguati è un trattamento sicuro ed efficace. Tra gli effetti collaterali più comuni si possono annoverare dolore, lividi o sanguinamento nel sito di iniezione. Solo in casi più rari si riscontrano debolezza generalizzata o sintomi simil-influenzali. In ogni caso, tutti questi effetti sono transitori e tendono a scemare dopo qualche settimana. Esistono anche altri metodi utilizzati per contrastare l’effetto scialorrea utilizzando altri farmaci, come il Laroxil, o sfruttando l’aspirazione attraverso le cannule. In questo ultimo caso è fondamentale fare attenzione alle infezioni e quindi al corretto utilizzo delle cannule. Di questo argomento abbiamo parlato con il dottor Tommaso Ceci, nell’ambito dell’articolo dedicato al cambio cannula, che si può consultare cliccando qui. Infine è possibile ascoltare la diretta dedicata da RADIO ISAV a questo argomento cliccando qui

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