SLA e Gene FUS: nuove scoperte e terapie sperimentali

SLA e Gene FUS: nuove scoperte e terapie sperimentali. Negli ultimi anni, la ricerca ha permesso di scoprire le diverse cause dell’insorgenza della SLA, scopri quali.  Il gene FUS è uno dei tanti coinvolti nell’insorgenza della patologia. Nonostante la mutazione sia presente solo nel 1-2% di tutti i pazienti con SLA, e intorno allo 0.7% nei casi sporadici, rappresenta una delle forme più aggressive e ad insorgenza precoce. Rilevanti, sono i risultati di uno studio condotto su questo specifico gene, utilizzando un farmaco sperimentale. Risultati che aprono nuove strade per terapie efficaci che alimentano una speranza per lo sviluppo di trattamenti innovativi per la SLA. 

Gene FUS e la mutazione coinvolta nella Sclerosi Laterale Amiotrofica

Il gene Fused in Sarcoma (FUS) produce una proteina di 526 amminoacidi capace di legare molecole di DNA e RNA. Agisce anche come un sensore, rilevando danni all’interno delle cellule nervose e di conseguenza avvia i processi di riparazione cellulare. 

Normalmente la FUS risiede nel nucleo delle cellule umane, ma nei casi in cui la proteina è abbondantemente aggregata nel citoplasma, avviene la degenerazione dei motoneuroni, derivante dalla sua attività tossica. Di conseguenza, si è osservato che il gene FUS è coinvolto nell’insorgenza della SLA. Una forma di malattia rara, ma molto aggressiva con esordio dei sintomi nell’adolescenza o nella prima età adulta. 

Lo studio di ricerca della Columbia University

Da uno studio condotto dal neurologo e scienziato Neil Shneider della Columbia University, arrivano risultati positivi grazie ad un farmaco sperimentale, che potrebbe fare la differenza. Si tratta di Ulefnersen, noto anche come jacifusen, un oligonucleotide antisenso (ASO)  che utilizza piccoli frammenti di DNA o RNA progettato per arrestare l’attività tossica della proteina FUS.

A questo studio hanno partecipato 12 persone con SLA-FUS, con un’età compresa tra i 16 e i 45 anni. I partecipanti sono stati sottoposti ad una terapia sperimentale con iniezione nel canale spinale o iniezione intratecale di ulefnersen.

I risultati incoraggianti dall’uso del farmaco sperimentale Ulefnersen 

Di recente i risultati sorprendenti della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista medica internazionale The Lancet, clicca quiIn particolare, i risultati provenienti dall’analisi di campioni di tessuto nervoso di quattro partecipanti confermano una riduzione dei livelli di proteina FUS. Dopo sei mesi di trattamento, nella maggior parte dei pazienti si è registrata una diminuzione fino all’83% di neurofilamenti a catena leggera, un biomarcatore di danno nervoso. Un dato che  differisce dalla tipica progressione della SLA, in cui i livelli di neurofilamenti aumentano e  restano elevati con l’avanzare della malattia.

Nonostante la diminuzione del biomarcatore, si è notato anche un peggioramento della progressione della malattia, con due eccezioni. Infatti, particolarmente significativi sono due casi evidenziati nello studio.

Il primo riguarda una giovane donna che ha ricevuto iniezioni del farmaco dalla fine del 2020. Dai dati raccolti, la donna ha recuperato la capacità di camminare autonomamente e di respirare senza ventilazione. Tutte funzioni che aveva perso in precedenza. Il secondo caso è invece quello di un paziente di 30 anni. All’inizio dello studio, il ragazzo presentava delle anomalie elettriche nei muscoli. Un campanello di allarme  che i medici hanno ritenuto un segno precoce dell’insorgenza della malattia. Dopo tre anni di trattamento con ulefnersen, l’uomo non manifesta alcun sintomo, e presenta anche una migliore attività elettrica muscolare. 

Nel complesso questa terapia sperimentale sembra aver rallentato la progressione della malattia in alcuni pazienti affetti da SLA causata dal gene FUS, per questo l’azienda che ha sviluppato il farmaco, Ionis Pharmaceuticals, si è già impegnata nel sostenere ulteriori studi clinici.

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