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L’intervento di tracheostomia

Abbiamo parlato dell’intervento di tracheostomia con il Dott. Claudio Caporale, Direttore Medico della Struttura Complessa Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale presso l’ospedale di Pescara. Il dottore è uno degli esperti del campo e ha all’attivo più di 11 mila interventi di tracheostomia.

Che cos’è l’intervento di tracheostomia e come si svolge? 

La Sla è una malattia neurodegenerativa che causa l’incapacità di respirare autonomamente. Dunque la tracheostomia è uno dei principali interventi al quale un paziente Sla deve sottoporsi. Consiste nell’apertura artificiale di un buco attraverso la parete anteriore della trachea, per creare una via di passaggio per l’aria. Esistono 3 tipologie di tracheostomia: elettiva, in urgenza e in emergenza. La prima, è quella consigliata per evitare complicanze: si programma con pazienti e familiari, si effettua l’iter di esami pre-operatori e le valutazioni in collaborazione con i professionisti coinvolti. La seconda si esegue dopo un breve periodo di intubazione. La terza si attua a seguito di una crisi respiratoria acuta. La tracheostomia è permanente quando si effettua il cosiddetto “abboccamento” che facilita l’inserimento e la rimozione della cannula. Il Dott. Caporale ci ha illustrato le ragioni per cui è necessario intervenire tempestivamente. Per approfondire l’argomento ascolta le sue parole cliccando qui.

Quali tipi di cannula si utilizzano?

La cannula è un device di materiale plastico composto da 3 parti: la cannula vera e propria, la contro cannula e il mandrino. Le cannule possono essere di diverso diametro e dimensioni e sono di 3 diversi tipi. Esistono le cannule standard che sono le più usate negli interventi di tracheostomia. Inoltre ci sono le cannule cuffiate e quelle fenestrate che sono quelle più adatte per i pazienti che riescono ancora a parlare. Tuttavia questa ultima tipologia non è consigliata perché la fenestratura può causare riversamenti di muco e saliva che portano a problemi polmonari. Il Dott. Caporale spiega l’importanza di una corretta igiene delle cannule, soprattutto nella fase post-operatoria. Egli suggerisce l’affiancamento dei caregivers agli infermieri nei reparti per imparare al meglio le tecniche di aspirazione e pulizia del presidio. Abbiamo già trattato questo argomento insieme al Dott. Tommaso Ceci ed è possibile leggere l’approfondimento cliccando qui.

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